Lo ammetto, sono fissato con la mia Volvo 240...ed a quanto pare anche mio figlio di 6 anni che non fa altro che fotografarla, come in questo caso. Ma ci sono cose di quest'auto che mi emozionano, forse sono troppo romantico ma pensare che le ho ridato una nuova vita è motivo di orgoglio. E poi pensateci: è nata nel 1986, immagino la gioia dei suoi primi proprietari, i viaggi di lavoro ed estivi che avrà affrontato, quante emozioni siano state vissuti dentro il suo abitacolo. Poi, dopo un po',è passata di moda, magari qualche acciacco e la voglia del primo proprietario di cambiarla; è stata venduta, ed ancora venduta un'altra volta: dopo molti anni e tanto lavoro è diventata un'auto tutta scolorita, piena di graffi, gli interni distrutti ed il motore che faticava, usata solo per trainare un gommone, messa in un angolo quasi a nasconderla. Con me è rinata, è tornata a far parte di una famiglia, a lavorare ed a portarci in giro per le feste, è tornata ad essere ammirata ed accudita. E poi pensate a quante cose ha visto: 1986, c'erano Maradona e Platinì, usciva nelle sale Top Gun, Reagan era presidente degli Usa, c'è stato il primo incidente dello Shuttle esploso in volo. Internet non esisteva, non esisteva il cellulare, i televisori al plasma, la vita non era dettata dalla tecnologia, le macchine fotografiche scattavano a rullino, i ragazzi impazzivano per la Vespa ed io mi preparavo ad affrontare l'ultimo anno di liceo...a bordo della mia Vespa. In tutta questo la mia Volvo 240 aveva appena finito il rodaggio, se non sono emozioni queste...
 |
| Volvo 240 |
